SANSTEFAR ABRUZZO attiva la pratica Psicomotoria di Aucouturier presso il Servizio di Psicomotricità dell'Unità Operativa de L'Aquila.
PREMESSE
L'Attività Psicomotoria, per il Bambino, costituisce un'esperienza di tipo corporeo in relazione allo spazio di espressione delle proprie potenzialità e capacità (creative, comunicative, motorie, simboliche) e di ricerca di nuove tappe da comnquistare (sperimentazione, ideazione, realizzazione, trasformazione).
La forma è quella del gioco spontaneo, caratterizzato dalla scelta ideativa del Bambino in presenza di una funzione adulta di protezione, sostegno e collaborazione.
L'Attività Psicomotoria propone ai Bambini e alle Bambine un aiuto nel processo di crescita attraverso la possibilità di:
- sperimentarsi fisicamente
- sviluppare tutte le proprie possibilità motorie
- trovare sicurezza di sè e il piacere dell'affermazione e del saper fare
- provare ad affrontare i propri timori, le paure e i dispiaceri dell'età
- giocarsi nell'immaginario e nella realtà, nella solitudine e nella compagnia
- imparare a godere di tutte le risorse e ad affrontare le asperità del percorso della vita
Nessun Bambino e nessuna Bambina ne sono esclusi, anche se nel loro sviluppo hanno già dovuto affrontare problemi di tipo fisico o psicologico che ne hanno condizionato il percorso di crescita oppure si trovano per qualche motivo in un momento di crisi e di difficoltà.
L'APPORTO PSICOMOTORIO A GENITORI ED INSEGNANTI
Agli Adulti la Psicomotricità può fornire elementi utili per cogliere le espressioni del Bambino, arricchendone le capacità di lettura sia sul piano simbolico sia sulla dimensione non verbale, terreno di comunicazione privilegiato nell'età infantile; può dare anche occasione di rivedere le proprie posizioni, modalità e relazioni in riferimento ai bisogni del Bambino e al proprio rulo educativo.
Per gli Operatori della Scuola può rappresentare un'occasione di formazione e di aggiornamento: la possibilità di rivedere e ripensare le modalità di relazione del Bambino con i coetanei, con l'adulto, in rapporto con gli oggetti, con i materiali, con le attività, con se stesso, stimolando una serie di interrogativi e di approfondimenti. Emerge di solito un atteggiamento di ricerca attiva, una disponibilità a pensare ed attuare cambiamenti di tipo relazionale, di attenzione, di programma con il Bambino, la tendenza ad una maggiore personalizzazione del progetto educativo.
La diversità di ruolo (Educatore/Insegnante/Genitore e Psicomotricista) è reciprocamente arricchente, crea possibilità nuove di scambio e di comunicazione per un fine comune.
La proposta psicomotoria offre quindi ai Bambini la possibilità di uno spazio di crescita integrativo a quello scolastico e familiare, differenziato da essi, ma allo stesso tempo complementare, e permette agli Adulti che li accompagnano nel loro percorso di crescita (Genitori/Educatori/Insegnanti) di approfondire la conoscenza del Bambino e di seguirne l'evoluzione durante l'esperienza psicomotoria.
DESTINATARI
La Psicomotricità si rivolge, per l'aspetto educativo-preventivo, ai Bambini fino agli 8 anni circa. Essa è finalizzata ad accogliere e rispondere ai bisogni del Bambino, aiutandolo nel suo normale percorso educativo oppure anche in situazioni di difficoltà. In questo senso la Psicomotricità si ritiene soprattutto un'attività dell'ambito della salute, finalizzata al mantenimento della stessa attraverso l'individuazione precoce e l'intervento preventivo sugli stati di "crisi". Solo in seconda istanza essa diventa anche luogo di cura per la patologia conclamata, di recupero dello stato di salute e di benessere perduto in maniera permanente, di riparazione del danno subito, di sviluppo delle potenzialità residue.
In ambito rieducativo-terapeutico la Psicomotricità è rivolta ai Bambini di età anche superiore agli 8 anni che presentino difficoltà nella strutturazione dello schema corporeo e dell'immagine di sè, nella comunicazione e negli apprendimenti, per danno neuromotorio e/o disturbi nell'area cognitiva e/o affettivo-relazionale.
OBIETTIVI
- favorire lo sviluppo delle potenzialità espressive, creative e comunicative del Bambino, sia nell'ambito motorio sia negli aspetti simbolico-cognitivo e affettivo-relazionale;
- facilitare il Bambino nell'affrontare le difficoltà piccole o grandi, di un percorso complesso come quello della crescita;
- favorire e conservare, o far ritrovare, quell'equilibrio armonico sul piano psico-fisico e sul rapporto con gli altri e il mondo, che soggettivamente si identifica con lo stato di benessere.
METODO
L'Attività Psicomotoria viene svolta in una condizione di gioco spontaneo, in cui l'aspetto ideativo, di scelta e decisionale, è del Bambino.
Nei suoi aspetti tecnici, la Psicomotricità si fonda sul ruolo del gioco nello sviluppo del Bambino così come descritto da D. W. Winnicott: il gioco costituisce la maggior parte dell'esperienza del Bambino e viene mantenuta per tutta la vita nelle intense attività che appartengono alle arti, alle religioni, al gioco, al vivere immaginativo e all'esperienza creativa.
- Il gioco senso-motorio
A differenza dell'attività di educazione motoria, che è finalizzata soprattutto all'acquisizione di competenze motorie ed è centrata sullo sviluppo del controllo motorio centrale, l'attività senso-motoria ha come finalità la ricerca e la sperimentazione di situazioni ricche di sensazioni ed emozioni legate al proprio corpo, ed è quindi centrata sulla sperimentazione del piacere senso-motorio fondante del proprio sentirsi, del proprio sentirsi essere e del proprio essere (il sè, l'identità).
Consiste in corse, salti da diverse altezze, di giochi di equilibrio/disequilibrio, di scivolamenti, di rotolamenti, di trascinamenti, capriole, arrampicamenti, discese e salite, utilizzando le attrezzature in condizioni di sicurezza.
L'attività senso motoria viene svolta dai Bambini e dalle Bambine attraverso un uso spontaneo e libero dell'attrezzatura preparata dall'adulto; essi portano avanti una propria ricerca sul piano senso motorio in rapporto diretto con la propria motivazione e condizione emozionale (sicurezza, curiosità, timore, ecc.).
Infatti la ricerca senso motoria è giò parte integrante del percorso di crescita dei Bambini; non è necessario normalmente stimolarla ma è necessario permetterla e sostenerla, curando le condizioni materiali (spazio-temporali e strutturali) e affettivo-relazionali in cui essa avviene, facendo attenzione alla loro adeguatezza rispetto allo sviluppo del Bambino. Laddove si manifestino difficoltà, si tratta di intervenire perchè sia superato l'ostacolo e sia permesso il rifluire del normale processo.
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Il gioco simbolico
Si tratta di una forma di gioco che influenza significativamente tutte le dimensioni della personalità infantile, in un rapporto di causa-effetto di tipo quantitativo e qualitativo: quando più e meglio il Bambino avrà modo di vivere esperienze di gioco simbolico, tanto più e meglio si qualificheranno le sue abilità cognitive, socio-affettive e relazionali.
L'aggettivo "simbolico" è dovuto al processo di significazione indiretta, tipico di tutte le manifestazioni simboliche, che lo caratterizza: qualcosa viene utilizzato per significare, rappresentare qualcos'altro. Un elemento fisicamente presente viene utilizzato per rappresentare un elemento assente ma evocato mentalmente: oggetti, azioni, identità, situazioni presenti vengono utilizzati per rappresentare, come se fossero oggetti, azioni, identità, situazioni diversi e solo immaginati: ad esempio una matita come se fosse un bicchiere, una scatola di cartone che diventa una tana.
Il gioco simbolico è quindi un comportamento ludico infantile caratterizzato da finzione, come in una drammatizzazione. I Bambini sono in grado di compiere imitazioni differite, cioè di rappresentare azioni passate delle quali sono stati testimoni (come pettinare la bambola allo stesso modo della madre che pettina la sorellina). Frutto di tale fenomeno è il gioco del "far finta di" , appunto il gioco simbolico, che presuppone un'imitazione differita (correre sopra un cavallo) e delle combinazioni mentali (usare il manico di scopa al posto del cavallo).
Il gioco simbolico viene prodotto dai Bambini dopo che è stata acquisita la capacità rappresentativa, cioè sono in grado di rappresentarsi mentalmente cose, oggetti, situazioni, persone indipendentemente dalla loro presenza.
La predisposizione in Sala di Psicomotricità di materiale di diverse dimensioni, consistenze e colori, ma poco definito, facilita il processo di significazione del Bambino nell'imitare e riprodurre comportamenti e situazioni che ha conosciuto.
I materiali a disposizione possono essere utilizzati per costruzioni da "vivere" attraverso la via corporea (costruire, trasformare, distruggere, ricostruire); l'utilizzo richiede l'attivazione di movimento per sollevare, spingere, trascinare, lanciare, sovrapporre... e, insieme, la progettazione e la realizzazione del gioco stesso. Lo Psicomotricista in questo spazio supporta la realizzazione del progetto intervenendo direttamente se necessario (nel costruire, nel modificare, nel disporre i materiali...), facilitando l'espressione dell'immaginario del Bambino e accogliendo (riconoscendo) le emozioni che emergono.
SVOLGIMENTO
L'Attivita Psicomotoria può essere praticata sia in forma individuale sia in piccoli gruppi. Nell'approccio di gruppo, si facilitano la comunicazione, lo scambio, la collaborazione e la cooperazione nel rispetto di se stessi e degli altri.
SEDE
Centro Ambulatoriale di Riabilitazione SANSTEFAR ABRUZZO - Unità Operativa de L'Aquila.
INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI
Per maggiori informazioni e per compilare la Scheda di Iscrizione, contattare la Dott.ssa Tiziana Ussorio (Responsabile di Centro e Referente del Progetto) al numero 0862 020812.